Come è fatta una pipa

La prima informazione utile a chi si avvicina alla pipa è sicuramente quella relativa alla sua struttura.
Se la guardiamo da un punto di vista esterno, la pipa è composta da una parte in legno e da una in altro materiale (che vedremo di seguito).

Se invece proviamo ad esaminare la sua struttura scopriremo che è composta da una camera dove avviene la combustione (il fornello), da uno stelo forato (il cannello) e dalla parte che il fumatore porta alla bocca (il bocchino). Bocchino e fornello sono innestati l’uno nell’altro (grazie al cosiddetto tenone) talvolta collegati anche da una ghiera in metallo (anche pregiato). In alcuni modelli, la camera di condensazione (la mortasa) prevede anche la presenza di un filtro.

Quando parliamo di legno intendiamo diverse tipologie. La più diffusa e pregiata è sicuramente la radica che, a differenza di quanto si è solitamente portati a credere, non è la radice di una pianta ma una escrescenza (il ciocco) che si forma nella parte appena sotterranea dell’Erica arborea, un arbusto delle famiglia delle ericacee. Naturalmente si può costruire una pipa anche con altri tipi di legno: esistono esemplari in legno di ulivo, di ciliegio ecc.
Fondamentale è che il legno utilizzato sia comunque ben stagionato, di solito non meno di 2 anni.
La radica resta in ogni modo il materiale preferito per la sua compattezza e soprattutto per la sua resistenza al calore. Inoltre il ciocco di radica è esteticamente molto bello per le venature, che possono determinare una pipa fiammata

oppure una pipa con i cosiddetti occhi di pernice.

Esistono inoltre altri materiali diverso dal legno con cui possono essere prodotte pipe di qualità.
Molto conosciute sono le pipe in schiuma di mare, realizzate con la sepiolite (un minerale che scientificamente si chiama silicato idrato di magnesio). La schiuma viene cavata unicamente in Turchia e si chiama così perché i frammenti, che rotolano sul bagnasciuga delle coste del Mar Nero, la fanno somigliare al bianco delle onde. Con la schiuma vengono prodotte pipe dalle testate molto fantasiose ed artistiche. Con l’utilizzo le pipe in schiuma si “culottano”: assumono colorazioni prima ambrate e poi si scuriscono sempre più. Si tratta di pipe molto leggere, che non assorbono aromi e gusti e quindi restituiscono il puro sapore del tabacco.

Esistono poi le pipe in morta. Il legno di morta (conosciuto con il termine inglese “bog oak”, quercia di torbiera) è un fossile generalmente di quercia, di colore grigio scuro, recuperato principalmente nelle torbiere irlandesi. Come per le pipe in schiuma, si tratta di pipe che non assorbono aromi e gusti e quindi esaltano il sapore del tabacco.

Citiamo infine anche le pipe di pannocchia, realizzate appunto con pannocchie di mais stagionate di cui viene lavorato il tutolo (la parte centrale spugnosa sul quale sono fissati i grani). Anche se le narrazioni raccontano di pipe che durano decenni, vengono comunemente indicate come pipe usa e getta. Il loro utilizzo è molto limitato (secondo noi, assegnarlo ai neofiti è un grave errore) e limitato al pregio di avere una fumata asciutta per via dell’assorbimento del materiale.

Il bocchino di una pipa può essere realizzato principalmente con due materiali: l’ebanite (gomma vulcanizzata con l’aggiunta di zolfo rinforzante) ed il metacrilato (materiale plastico). L’ebanite, più morbida, con l’uso rilascia le componenti solforose ricoprendosi di una non piacevole patina giallognola e verdognola (che può essere però eliminata).